origini

Le prime testimonianze del curling risalgono agli inizi del XVI secolo in Scozia.

La creazione del primo vero club di curling risale al 1716, in Scozia.

Dal 1838, invece, viene adottato il modello attuale di forma e dimensione della stone e vengono formalizzate quelle che sono tuttora le regole di gioco principali.

Da allora il curling si è diffuso in molte nazioni.

Nel 1966 nasce la International Curling Federation, che nel 1992 modifica la propria denominazione in World Curling Federation (WCF), con sede a Perth in Scozia.

In Italia la culla di questa attività sportiva è stata Cortina d’Ampezzo dove, dopo una prima e sommaria apparizione negli anni Venti del secolo scorso, è praticato regolarmente dal 1952.

Nel 1954 il curling entra a far parte delle discipline della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio (F.I.S.G.).

origini e tradizioni del curling

tradizioni

Il curling è uno sport pieno di tradizioni e di curiosità.

Ad esempio, le stones. Sono tutte fatte di un particolare granito molto resistente ed elastico proveniente dall’isola di Aisla Craig, al largo della Scozia. Ad oggi, dopo quasi 5 secoli, ancora non si è trovato un materiale che possa sostituirlo.

Un elemento assolutamente distintivo del curling è poi l’estrema correttezza che lo caratterizza.

Pur essendo competitivo, le regole del curling si basano sull’onore e sul rispetto dell’avversario e nella maggior parte delle partite non ci sono arbitri o giudici.

La stessa WCF incorpora i principi dello “Spirit of Curling” all’interno delle proprie regole, elencandoli come premessa fondamentale.

"Spirit of Curling"

Il curling è un gioco di abilità e tradizioni. Un colpo ben eseguito è un piacere da vedere così come è bello vedere le antiche tradizioni del curling applicate nel vero spirito del gioco. I curlers giocano per vincere, ma mai per umiliare i loro avversari.

Un buon curler non tenta di distrarre un avversario o impedirgli in altro modo di giocare al suo meglio e preferisce perdere piuttosto che vincere ingiustamente.

Nessun curler deliberatamente infrange una regola del gioco o una qualsiasi delle sue tradizioni. Se accadesse inavvertitamente e ne fosse consapevole sarebbe il primo a comunicare la violazione.

Mentre l’obiettivo principale del gioco è quello di mettersi alla prova sfidandosi, lo spirito del gioco richiede sportività, gentilezza e condotta onorevole.

Questo spirito dovrebbe influenzare sia l’interpretazione che l’applicazione delle regole del gioco e anche la condotta di tutti i partecipanti dentro e fuori dal ghiaccio.

regole

Il curling si pratica su una pista di ghiaccio delle dimensioni indicate nella figura qui di seguito, avuto presente che le misure sono espresse in piedi (1 piede corrisponde a 30,48 cm):

 

Sulla pista sono disegnati due cerchi a fasce concentriche, le linee laterali e quelle di gioco. Alle due estremità vengono fissate delle staffe chiamate “hack” necessarie per appoggiarsi e realizzare il tiro.

Oltre alle piste dedicate prettamente al curling, sono adatte per giocare anche piste di pattinaggio classiche o da hockey di lunghezza sufficiente sulle quali vengono disegnate le linee e fissati gli hack. In arene di dimensioni standard possono essere disegnati da 4 a 6 rinks per il curling.

Si gioca in 4 giocatori, che ricoprono a turno tutti i ruoli.

Lo scopo del gioco è quello di far scivolare sul ghiaccio le stones in modo da piazzarle tra la riga di fondo e la “hog line”, ovvero quella linea disegnata a circa tre quarti di campo che indica la zona al di là della quale le stones sono in gioco.

La stone viene eliminata se:
– non supera completamente la hog line;
– supera completamente la linea di fondo;
– tocca una delle due linee laterali;
– se viene rilasciata dopo la hog line nella parte del campo da cui si stanno effettuando i lanci
– se viene toccata lungo la sua corsa.

Ai fini del superamento della linea, si considera la proiezione della stone sul ghiaccio. Quindi la stone deve superare la linea interamente, compresi i fianchi.

I punti vengono contati alla fine di ogni mano, cioè dopo che ogni squadra ha effettuato i suoi 8 tiri; si contano le stones della stessa squadra che sono nella casa o la toccano (cioè il cerchio più ampio disegnato per terra) e più vicini al centro rispetto alla prima stone dell’avversario all’interno della casa. Per essere valido come punto, è sufficiente che la stone tocchi la casa con la sua proiezione e non è necessario che sia completamente dentro.

Una partita dura tra le 8 e le 10 mani, in base al tipo di competizione e vince chi totalizza più punti. Alle Olimpiadi e competizioni internazionali le partite durano sempre 10 mani, ma in molti campionati nazionali o tornei minori si giocano 8 mani. Alcuni tornei possono anche avere durate minori per motivi di tempo o organizzativi. E’ comunque previsto quasi sempre un limite di tempo, al termine del quale si finisce solo la mano in corso.

In caso di parità si disputa una mano extra per definire il vincitore; nei tornei amatoriali è talvolta contemplato anche il pareggio per esigenze organizzative.

Queste brevi nozioni regolamentari sono già sufficienti per comprendere il gioco e seguire una partita o disputarla.